Tofano Sergio – Sto
Roma 1886 – 1973, è stato un attore, regista, disegnatore e scrittore italiano.
Studente in lettere all’Università di Roma e allievo, nel corso di recitazione, all’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Tofano entrò in arte nel 1908 nella compagnia di Ermete Novelli.
Si laureò all’Università di Roma con una tesi premonitrice sul ruolo del brillante che venne rifiutata per due volte dal senato accademico per la presenza di citazioni e di motti ironici.
Tofano fece parte delle più rinomate formazioni dell’epoca, come Talli, dove incontra Rosa Cavallari, costumista che diverrà sua moglie, e Niccodemi, e nel 1928 divenne capocomico.
Da allora fu alla guida di importanti gruppi, con attori come Evi Maltagliati, Luigi Cimara, Vittorio De Sica, Giuditta Rissone, Olga Vittoria Gentili, interprete elegante, bravissimo nel comporre figure caricaturali e macchiette tendenti al grottesco, ma anche caratteri profondamente umani, creò personaggi di notevole forza e significato.
Interpretò con successo lavori di autori brillanti e drammatici, di classici e moderni: da Molnár a Shaw, da Romains a Pirandello, da Machiavelli a Molière, da Anton Čechov a Henrik Ibsen, a Kaiser, a Bertolt Brecht.
Lavorò spesso con a fianco la moglie Rosetta Tofano, che morì suicida nel 1960; dalla loro unione nacque il figlio Gilberto, futuro regista teatrale e televisivo.
Lavorò anche per il cinema in estrose caratterizzazioni: La segretaria privata e Seconda B (1934) di Goffredo Alessandrini; O la borsa o la vita (1933) di Carlo Ludovico Bragaglia.
Nel dopoguerra, invece, le sue apparizioni sugli schermi furono quasi sempre irrilevanti.
Sergio Tofano fu anche scrittore di libri per bambini quali Il romanzo delle mie delusioni, I cavoli a merenda, La principessa delle lenticchie ed altri racconti, Storie di cantastorie, L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi (1939) ed altri in cui traspare il suo gusto per il nonsense forse troppo moderno per l’Italia di quei tempi e più affine alla tradizione anglosassone.
Tofano fu indimenticabile interprete di alcuni fra i più noti sceneggiati televisivi degli anni cinquanta e sessanta del Novecento. Fra questi si ricordano Orgoglio e pregiudizio (1957), L’idiota (1959), Mastro don Gesualdo (1964), Il conte di Montecristo (1966), Le mie prigioni (1968, dal romanzo omonimo di Silvio Pellico), e I fratelli Karamàzov (1969, dal romanzo omonimo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij).
Da ricordare anche una sua doppia partecipazione alla serie televisiva de Le inchieste del commissario Maigret, una prima, nel 1965, nell’episodio L’affare Picpus, nella prima stagione, e ancora, nella terza stagione, nel 1968, nell’episodio Il cadavere scomparso. Si dedicò anche all’insegnamento della recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica a Roma.
Sulla sua esperienza in teatro, e sul teatro italiano in generale, Tofano scriverà il saggio “Il teatro all’antica italiana”, ancora oggi ritenuto da molti docenti di teatro una delle letture fondamentali per aspiranti attori, registi e commediografi.