Manzella Frontini Gesualdo
Gesualdo Manzella Frontini (Catania, 28 ottobre 1885 – Catania, 2 settembre 1965) è stato un poeta, giornalista e scrittore italiano.
Figlio di Francesco Manzella (musicista) e di Giuseppina Frontini (sorella di Francesco Paolo Frontini), fu fratello di Titomanlio Manzella e zio di Gaetano Zappalà.
Allievo di Luigi Capuana, laureatosi in lettere (1906) e diplomatosi in filologia (1908), insegnò nei licei classici di Prato, Luino, Cassino, Lucera e nei licei catanesi Cutelli e Spedalieri. Corrispettivo catanese di Federico De Maria, il nome di Manzella Frontini compare in tutte le riviste letterarie del catanese, del messinese e del palermitano dei primi anni del secolo, insieme con tutti i nomi più risonanti della cultura provinciale di quel tempo.
Fu tra i maggiori rappresentanti del futurismo in Sicilia, nel 1907 indirizzò un manifesto, precorritore di quello marinettiano del 1909, «alla gioventù contemporanea e agli artisti giovani» definiti «la vita e il futuro, oltre ogni teoria per un fine di rinnovamento». Definito «fratello» dal Marinetti, nel 1911 compari in «Poesia», con tre liriche nella prima antologia dei «Poeti futuristi» curata da Marinetti nel 1912 e nell’«Antitradition» del 1913 di Apollinaire.
Collaboratore della rivista di Marinetti Poesia e di vari periodici e quotidiani, diresse L’idea liberale (1914), I Libelli (1914/15), Le fonti (1918), Corriere africano (1930), Camene (1947).
Il dramma “La madre immortale” di Gesualdo Manzella Frontini