Ginna – Corradini Arnaldo
Nato a Campiano (frazione di Ravenna), era figlio del conte Tullio Ginanni Corradini (che fu anche sindaco di Ravenna) e fratello dello scrittore Bruno Corra (gli pseudonimi Ginna e Corra vennero suggeriti da Giacomo Balla per assonanza con le parole ginnastica e correre). Studiò all’Accademia delle Belle Arti di Ravenna, diplomandosi poi a Firenze.
Attratto dalle scienze occulte, dalla teosofia e dalle filosofie orientali, nel 1910 pubblicò insieme al fratello Metodo e vita nova. In Arte dell’avvenire teorizzò una pittura non figurativa quale musica cromatica, ossia traduzione di sentimenti e stati d’animo in suoni e colori.
Un importante momento per la sua ricerca artistica fu il precoce incontro con il gruppo futurista a Milano in casa di Tommaso Marinetti, gruppo che comprendeva tra gli altri Boccioni, Carrà e Russolo. A differenza di tale gruppo, interessato all’aspetto dinamico della pittura, sviluppò una propensione ad una pittura di puro colore, con forti inflessioni spiritualistiche.
Tra il 1910 e il 1912 realizzò insieme a Corra alcuni cortometraggi astratti, utilizzando il colore direttamente sulla pellicola non trattata — opere andate distrutte durante la seconda guerra mondiale in un bombardamento aereo su Milano. Quelle cinepitture, costituite da sovrapposizione di puntini colorati, erano a commento di opere musicali di Mendelsshon e composizioni astratte per sinfonie d’avanguardia.
Partecipò all’«Esposizione di pittura e scultura» del 1912 presso la Società di belle arti di Firenze, esponendo le opere Nevrastenia (1908) e Passeggiata romantica (1909). Nell’aprile del 1914 partecipò all’«Esposizione libera futurista internazionale», organizzata presso la Galleria Sprovieri a Roma.
Nel 1915 pubblicò il testo Pittura dell’avvenire e, assieme al fratello, la sintesi teatrale Alternazione di carattere nel Teatro futurista sintetico (Marinetti, Settimelli e Corra). Fissata la residenza a Firenze, oltre all’attività artistica vera e propria, si cimentò in attività teoriche scrivendo trattati sul costume[non chiaro] e sull’occultismo, testi politici e narrativi. Nel 1916 produsse e diresse il film Vita Futurista, in collaborazione con Corra, Balla e Marinetti (oggi del film non rimangono che pochi fotogrammi). Dopo la fine delle riprese, nell’agosto dello stesso anno scrisse il Manifesto della cinematografia futurista che, supervisionato da Marinetti, fu pubblicato l’11 settembre a Milano.
Nel 1919 pubblicò il pre-surrealista Le locomotive con le calze, con prefazione di Corra e disegni sia propri sia di Rosa Rosà. Nello stesso anno partecipò alla «Grande esposizione nazionale futurista», allestita a Milano, Genova e Firenze. Dal 1918 al 1920 collaborò con la rivista Roma Futurista e negli anni venti e trenta con L’Impero e con Oggi e Domani. Nel 1927 diresse il periodico di medicina naturista Il Nuovo.
In seguito collaborò alla rivista Futurismo di Somenzi, nella quale fu pubblicato a puntare il suo libro L’uomo futuro. Nel 1937 pubblicò L’idea presentista. Nel 1938 firmò con Marinetti il manifesto La cinematografia.
Concluso il periodo futurista, continuò a dipingere, sempre nel suo stile astratto-occultista, fino agli anni sessanta. Collaborò inoltre a numerose testate come critico d’arte e cinematografico.
UNO SGUARDO DENTRO DI NOI di A. Ginna - E. Settimelli Stato d'animo sceneggiato Scena fantasticamente sfumata.- E' il fondo del nostro "Io interiore". - Una dolce statuetta spirituale nel mezzo della sala su di un rialzo di velluto. Luce bluastra. VOCI INTERNE (misteriose) Salire per averti, farsi grande per averti!… VOCE MIA (ringhiosa, aggressiva) Ti giuro che saprò vincere! Te lo giuro, bellezza mia…mia turchina speranza!… Amo l'amore! Non mi stanco nel lavoro! Lavorerò, lavorerò, e ti conquisterò… Arriverò lacero e ferito, ma arriverò fino a Te!… UN CAMERIERE Eccomi! Eccomi subito! (Entra da una parte con un vassoio carico di bicchieri con bibite). Una Cocotte seminuda ed elegantissima attraversa la scena e urta la statuetta, che va in pezzi… Altri tre camerieri con bibite colorate. Altre tre Cocottes eleganti passano, ridono, inseguite da giovanotti eleganti. - Luce gialla, rossa, verde, bianca, irrequieta. VOCI INTERNE Tieni! Tieni! Ancora dello champagne! Ancora! Ancora! UN GIOVANE (entrando) No! Basta!… Mi avete già accompagnato in città… Ma sì… ho capito la profondità della vostra leggerezza…Ora basta!… Buio. Scena deserta. Poi luce bianca, diffusa. Avanti, luce dell'alba eroica…Alba… Salpare…Avere il passo alato!… Oh! le belle Idee per cui si muore!… L'immortalità dell'amore… Disprezzare la donna che ci serrerà le ginocchia nel mattino eroico… Il solito giovanotto attraversa la scena, libero, vigoroso, fischiettando una canzonetta capricciosa e leggera.