Caldanzano Gigi
Figlio d’arte, nato a Genova nel 1921 è scomparso a Ceriale nel 2008 . Quel suo tratto di uomo di una volta, faceva da contrasto alla sua verve, amava la musica, il teatro, la lettura. Lui maestro elementare che molto giovane aveva aderito al secondo futurismo frequentando Marinetti, Farfa,
Acquaviva, Tullio d’Albisola e, poi, dopo la seconda guerra mondiale, il gruppo del “Cavallino Rosso” (sul quale molto è ancora da scoprire) con gli amici Bonilauri, Cabiati, Pollero ed il critico F. Dante Tiglio.
Il “’Cavallino rosso” nasce dalla collaborazione tra Caldanzano,Mario Bonilauri, Gian Mario Pollero e Achille Cabiati e sotto la guida del critico Franco Dante Tiglio. Questi anni coincidono con la nascita e lo sviluppo di una delle tematiche cui il Maestro resterà più legato: un mondo di provincia esaminato e ritratto con una sottile vena ironica. Comincia in quegli anni l’amore per Il tema della vita di provincia che caratterizzerà Caldanzano per tutta la sua carriera. Gli artisti tengono alcune mostre di gruppo, ma il gruppo si scioglie dopo pochi mesi.
Caldanzano si avvicina poi all’arte della ceramica, praticata a Pozzo Garitta di Albissola intorno agli artisti che celebrano, insieme a Tuilio d’Albisola, la rinascita di quell’antica forma di artigianato.
Caldanzano, pur lontano dagli interessi per le avanguardie, diviene a tutti gli effetti uno dei protagonisti della stagione albisolese degli anni Cinquanta e Sessanta capitanata da Lucio Fontana.