Forlin Corrado
Nacque a Monselice (Padova) il 1° maggio 1912 da Giovanni Ferdinando, scalpellino, e da Margherita Masiero. Praticò inizialmente il mestiere del padre e frequentò poi una scuola di disegno serale. Con il pittore I. Fasolo il F. diede vita al gruppo futurista di Monselice che F.T. Marinetti intitolerà a un tal Savarè, poeta e aviatore morto nella guerra d’Africa. La data ufficiale di fondazione del gruppo è il 12 luglio 1936, ma fu in autunno che i due artisti ventitreenni riuscirono a raccogliere a Monselice una prima mostra, cui seguì una dichiarazione dattiloscritta (Primo gennaio 1937, pubbl. in Maritano, 1993, pp. 141 s.) e una seconda mostra nel maggio del 1937; a queste fecero seguito altre otto esposizioni che il gruppo allestì a Monselice ed in altre città.
Nel giugno del 1937 il F. fu invitato a Siena da Marinetti per la “II Gara di poesia bacchica guerriera amorosa”: da questo soggiorno nacque il quadro Splendore simultaneo del palio di Siena, esposto alla III Quadriennale romana nel 1939 con il titolo Sintesi dinamica del palio di Siena (Venezia, coll. privata; ill. n. 117, in Futurismo veneto, 1990).
Per promuovere le due mostre del gruppo “Savarè” che si tennero nei mesi di gennaio e febbraio 1938, il F. organizzò con Marinetti e T. Crali due serate, a Monselice e al teatro Sociale di Adria; in quest’ultima occasione il F. presentò il Manifesto futurista agli studenti d’Italia e del mondo di E. Buccafusca. Il F. figura tra i firmatari del manifesto, quando venne ripubblicato in Studenti fascisti cantano così dello stesso Buccafusca (Napoli 1938) e nell’Aeropoema futurista della Sardegna di G. Pattarozzi (Roma 1939).
Nel giugno 1938 partecipò alla mostra dei Futuristi aeropittori d’Africa e di Spagna ordinata da Marinetti nell’ambito della Biennale veneziana: vi espose il Ritratto sintetico di Benito Mussolini (perduto: ill. n. 126, in Futurismo veneto, 1990) che fu spesso riprodotto in copertina nelle pubblicazioni del gruppo. Nell’agosto seguente aderì alla Mostra nazionale viaggiante di aeropittura futurista organizzata presso l’aeroporto di Falconara Marittima dal gruppo futurista marchigiano “Umberto Boccioni” (Toni, 1982).
Nell’estate del 1938 il F. organizzò una serata di poesia a Monselice e un’altra serata in dicembre, in concomitanza con la quinta mostra del gruppo “Savarè”, al teatro Salieri di Legnago. In questo periodo strinse amicizia con il poeta cagliaritano G. Pattarozzi, fondatore del gruppo “Sant’Elia”, cui dedicò un ritratto (Roma, coll. privata: ill. in Futurismo e Meridione, 1996, p. 405) e che lo invitò a trasferirsi in Sardegna. Si era aperta, alla passeggiata coperta del bastione S. Remy di Cagliari, la Mostra nazionale di aeropittura considerata come la sesta mostra del gruppo “Savarè”. Il F. celebrò con due quadri la fondazione della cittadina mineraria di Carbonia: Nascita imperiale di Carbonia del 1938 (Comune di Carbonia: ibid., ill. p. 406), esposto a Cagliari e alla III Quadriennale di Roma, e Aeroritratto del creatore di Carbonia del 1939 (già Comune di Carbonia: ill. n. 122 in Futurismo veneto, 1990), riprodotto nel catalogo della XXII Biennale di Venezia del 1940. Il dipinto fu intitolato poco dopo Ardentismo aeropittorico del creatore di Carbonia, valorizzando il termine lanciato dal F. col Manifesto dell’ardentismo nell’aeropittura futurista, che fu pubblicato sul Resto del carlino del 3 giugno 1940.
La teorizzazione dell'”ardentismo”, ossia di quell'”ardore acceso nella scelta dei colori nei loro toni inventati e nel modo di distribuirli sulla tela” con cui il F. contava di “ottenere una quasi tattile e olfattiva corposità dell’atmosfera” e perfino “l’autentica carnalità d’una atmosfera vivente palpitante veloce”, era stata preceduta dall’ideazione del “prismatismo” che – come il pittore scrisse all’amico Fasolo in una lettera del gennaio 1939 – consisteva nel restituire “col colore quel dinamismo di luce simile ai riflessi dell’acqua sul fianco delle navi, simile a quei prismi dinamici instabili e luminosi” (Bucci, 1995, p. 265).
Come pubblicista il F. collaborò a Mediterraneo futurista, il periodico fondato a Cagliari dal Pattarozzi, e a Il Meridiano di Roma (precedentemente aveva redatto insieme con Averini tre numeri di un foglio intitolato Cine-Teatro).
Nel maggio del 1940 si era intanto aperta la Biennale di Venezia, e nelle sale futuriste ordinate da Marinetti intorno al tema dell’aeroritratto il F. espose quattro quadri, tra cui Palombari e donne sottomarine (1939, perduto: ill. in Futurismo veneto, 1990, p. 57).
Con l’entrata in guerra dell’Italia il F. chiese di arruolarsi come volontario paracadutista e intensificò la sua militanza a sostegno della guerra. Nel febbraio 1941 organizzò la decima e ultima mostra del gruppo, come le due precedenti intitolata “Aeropitture di guerra”, nella sede della rivista milanese Il Mare nostro, che pubblicò il catalogo (XXXII [1941], 1, suppl.); l’esposizione, aperta da un discorso di Marinetti, fu illustrata dallo stesso F. (La Mostra di aeropittura inaugurata da Marinetti, in Corriere della sera, 2 febbr. 1941). Nel 1941 uscì a Padova un’altra pubblicazione del gruppo, Vincere, un fascicolo a tiratura limitata che comprendeva anche il testo del F. Futurismo e ardentismo.
Sempre più instancabile fu l’attività propagandistica del F. nel corso del 1942, quando nell’organico del movimento egli figurava alla testa del gruppo “Savarè”. In giugno Marinetti inaugurò a Monselice la “Centrale futurista per la distribuzione dell’aeropoesia di guerra ai combattenti di TerraMareCielo” che si proponeva di spedire al fronte pubblicazioni futuriste. Alla XXIII Biennale veneziana del 1942, quando il padiglione del Belgio fu trasformato in padiglione del futurismo italiano, il F. ripresentò Aeropittura del palio di Siena (ripubblicato quell’anno anche sull’opuscolo di R. Di Bosso e A.G. Ambrosi Eroi macchine ali contro nature morte, in cui venti aeropittori erano opposti ad altrettanti “naturamortisti”) e Aeropittura della battaglia del grano, già esposto al Premio Cremona nel 1940 e già intitolato Ardentismo simultaneo della battaglia del grano (perduto: ill. n. 123, in Futurismo veneto, 1990). Da una lettera del F. all’ufficio vendite della Biennale del 26 giugno 1940 risultano messi in vendita anche Imbarco di bersaglieri (perduto: ill. n. 130, in Futurismo veneto, 1990), Sogno del bersagliere e Bersaglieri all’assalto. Nel 1943 partecipò, soltanto con il dipinto Giarabub (ubicazione ignota), alla Quadriennale apertasi in maggio a Roma, presentato da Marinetti insieme con altri otto “aeropittori combattenti”.
Impegnato nella campagna di Russia, il F. nel 1943 fu dichiarato disperso dalle autorità militari e di lui non si seppe più nulla.