Clelia Adele Gloria
Catania 1910 – Roma 1984, si distingue nel campo dell’aeropittura e dell’avanguardia, nei primi anni Trenta a Catania. Fu poetessa, fotografa, pittrice, scultrice e giornalista, alla ricerca di quell’immagine di artista totale che le avanguardie perseguono. A Catania viene in contatto con alcuni dei principali esponenti del Futurismo siciliano: Nino Zuccarello, Giacomo Etna, Giuseppe Franco, si lega quindi di amicizia con il futurista messinese Giulio D’Anna, con Guglielmo Jannelli e col giovanissimo Guttuso. Dalla sua testimonianza raccolta da Claudia Salaris, apprendiamo “che era un’adolescente ribelle e desiderosa d’emanciparsi quando, dopo l’ennesima lite in famiglia, volle inviare una poesia a Marinetti. La busta, spedita a Roma senza indirizzo, giunse a destinazione e la poesia fu stampata sulla rivista ufficiale del movimento: «Futurismo».” In seguito Marinetti, trovandosi a Catania per una conferenza, si recò a casa della giovanissima adepta per conoscerla e invitarla ad assistere alla manifestazione, lì ne esamina la produzione, che lo entusiasma. Durante la conferenza al Club Lyceum, Marinetti declama una composizione della ventitreenne poetessa e il pubblico applaude fragorosamente. Solo alla fine svela che l’applauso andava a una giovane autrice, Adele Gloria la quale, tutta rossa per l’emozione, sale sul palco. È subito laureata poetessa futurista dal Maestro che declama in quell’occasione la sua lirica Zingara,che uscirà l’anno dopo nel volume di poesia FF.SS. “89” Direttissimo, per le edizioni Glory Publishing Company di Catania.
Espone quattro dipinti (Spasimo o Tormento di seminarista, Carcere, Città addormentata, Emozioni di velocità) alla Mostra futurista allestita nel Palazzo Ducale di Mantova nel ‘33 e il dipinto Carcere a Milano nella mostra Omaggio futurista a Umberto Boccioni. Il suo olio più noto, Zanzur dall’alto, del 1935 circa, esposto alla II Quadriennale e nella I Mostra femminile d’arte del GUF di Catania del 1939, la fa collocare da Marinetti nel filone lirico-spaziale dell’aeropittura, per l’esperienza personale del volo da parte della “geniale pittrice”.
Nel ’33 Adele espone a Roma nella I Mostra Nazionale d’Arte Futurista, Ammaliatore, Idillio, Ritmo + Balbo = Velocità, Tennis, e dal ’34 al ’39 nelle Mostre del Sindacato Siciliano Belle Arti.
L’irrequieta Gloria, che ha già infranto tanti tabù delle ragazze siciliane le quali al massimo possono dipingere le loro scene floreali ricamandole al telaio o dedicandosi all’immancabile studio del pianoforte, sembra proiettata verso un’irresistibile ascesa.
Nel 1935 è presente alla II Quadriennale di Roma e si dedica anche alla scultura. Fa ricerche fotografiche sotto la spinta dell’altro fratello Angelo, noto attore cinematografico. Quindi Gloria
si trasferisce nella capitale dedicandosi al disegno di moda. In generale, il suo stile pittorico appare per lo più connotato da un ingenuo ribellismo che prende forma in elementi fantastici o grotteschi, come nel quadro Spirali (1932).
Quello che ci rimane della sua breve stagione poetica è il volume di poesia FF.SS. “89” edito nel 1934 dalle edizioni del fratello Alberto Maria, raccolta che prende il titolo da quel treno per Roma che la novella Bovary sogna di prendere e presto effettivamente la vedrà tra i suoi passeggeri.