Barbara – Biglieri Olga
Mortara (Pavia) 1915 – Roma 2002. Olga Biglieri Scurto, nata a Mortara cento anni fa, giornalista, aviatrice e artista conosciuta negli ambienti futuristi con lo pseudonimo di Barbara.
Sin dall’età di undici anni studia disegno, ma la sua passione è il volo, per cui si iscrive, al primo corso dell’Aeroclub di Càmeri (Novara), dove consegue il brevetto di pilota a sedici anni e a diciotto ottiene anche il brevetto per il volo a motore.
Nel frattempo frequenta l’Accademia di Brera a Milano. Nel 1935 partecipa a una movimentata serata futurista al Teatro Coccia di Novara ed entra in rapporto con il gruppo futurista veronese.
La pratica del volo le suggerisce le visioni, la resa delle sensazioni e lo stile della sua pittura.
Nel 1936 comincia a usare il nome d’arte “Barbara” e partecipa a varie mostre, sindacali e non. Sposa lo scrittore Ignazio Scurto. Marinetti la conosce per caso, vedendone un quadro esposto nella vetrina di un corniciaio milanese, destinato alla sua prima personale al Broletto di Novara, e la invita alla XXI Biennale di Venezia del 1938 (L’aeroporto abbranca l’aeroplano): un’autentica aviatrice-aeropittrice che non può sfuggire al movimento. In seguito partecipa alla XXII e alla XXIII Biennale di Venezia, alla III Quadriennale romana e alla Mostra d’oltremare di Napoli nel 1939.
Nel ’41 espone alla III Mostra sindacale di Milano e nel ’42 ancora alla Biennale di Venezia. Si dissocia poi dal futurismo perché ritenuto movimento troppo “maschilista e dittatoriale”, anche se nel ’43 espone ancora come futurista alla Quadriennale romana.
Nel 1964 riprende l’attività pittorica. Negli anni Settanta ricomincia a usare l’acquarello e partecipa a varie esposizioni, dando vita a performances con la creazione di murales e di pittura di strada insieme con nuclei di giovani, perché nel frattempo si è dedicata allo studio delle teorie sulla creatività infantile.
Nel 1995 parla sulle donne futuriste durante le celebrazioni in onore di Marinetti e nel 1998 partecipa al seminario sulle aeropittrici futuriste.
Dalla sua fede nella pace nasce l’Albero della pace, donato il 15 agosto 1986 al Museo Commemorativo di Hiroshima. Nel 2000 è candidata al Premio Nobel per la pace.