Arte Sacra Meccanica

Arte Sacra Meccanica

Arte Sacra Meccanica, Manifesto Futurista, 2 maggio 1926

la pittura futurista, superato il periodo polemico dell’affermazione estetica, si realizza oggi attraverso l’opera individuale dei diversi artisti, nell’interpretazione unica della sensibilità meccanica

da Boccioni a Prampolini la valutazione plastica si sviluppa organicamente, accresce le possibilità espressive, acquistando in potenza e solidità: il « dinamismo plastico » dei primi quadri diventa « costruzione spaziaie-cromatica » dove sono raggiunte ed aumentate le ricerche precedenti — cioè le unioni e i rapporti degli oggetti tra di loro creano un tutto indivisibile di valori, un complesso architettonico, un’altra estetica. Come la Macchina, l’opera d’arte i formata da elementi diversi ma indispensabili al suo funzionamento espressivo: ecco dunque che, come un tempo l’arte era precisar mente data nelle tre dimensioni conosciute, oggi questa quarta dimensione caratterizza finalmente una nuova originalità

l’interpretazione meccanica dell’universo à sollevato la pittura all’altezza della vita moderna: ne fa il prolungamento spirituale attraverso tutte le forze sensibili

ARTE SACRA MECCANICA
intendere l’arte secondo il movimento e l’organizzazione generati dalle macchine, malgrado l’enorme importanza tecnica e morale, non é una soluzione definitiva. Noi crediamo che la MACCHINA (sintesi e velocità essenziali del presente) abbia in sé il principio motore della nuova sensibilità superiore ad ogni altra derivazione

la « religione della velocità » e fa « sensualità meccanica » indicano chiaramente i fattori spirituali che, al di sopra della semplice forma estetica, modificano fatalmente i nostri sensi ed il nostro pensiero — affermiamo cioè che la MACCHINA annulla tutto il vecchio mondo spirituale ed umano per iniziarne un altro superumano e meccanico, dove l’UOMO perde la propria superiorità individuale fondandosi con l’AMBIENTE

l’arte non deve perciò limitarsi ad un puro problema di forma e colore (anche se costruiti meccanicamente) ma rendere lo SPIRITO della nostra vita

il valore della MACCHINA, sentito dall’UOMO, assume moralmente una importanza incalcolabile, con la creazione di una NUOVA MORALE dove la macchina é azione e fine: interpretare questa spiritualizzazione meccanica è segnare l’inizio di un’ARTE SACRA moderna

L’IDOLO MECCANICO
ogni macchina é, per la sua azione, il centro assoluto di un’infinità di oggetti e di derivazioni dipendenti — noi chiamiamo perciò « idoli meccanici » le rappresentazioni plastiche delle diverse macchine, rendendole con la somma delle loro forze e delle sensazioni derivate

presentiamo al pubblico le costruzioni spirituali provocate da una macchina — costruzioni spirituali d’intendimento collettivo perché ogni macchina à una sua funzione definita e controllabile — l’opera dell’artista si risolve perciò nel lavoro dimostrativo di questa funzione

abbiamo oggi realizzato i primi «idoli meccanici »: AREOPLANO – AUTOMOBILE – BICICLETTA – TURBINA – GRATTACIELO – LINOTYPE -ALTOPARLANTE – LUCE ELETTRICA – PRESSA IDRAULICA – CALDAIA – MACCHINA DEL FREDDO. Ognuno di questi idoli può avere dai diversi pittori rappresentazioni artistiche diverse, rimanendo fermo li concetto fondamentale. Il quadro, meglio di ogni spiegazione, allargherà e faciliterà il nostro pensiero

pubblichiamo la descrizione visiva ostensibile che ognuno di noi a per un suo IDOLO, anche per rendere il carattere personale:

FILLIA : BICICLETTA
— la macchina e il guidatore rappresentano un complesso indivisibile di forze meccaniche che dominano il centro del quadro — i volumi e i colori del paesaggio partono dal centro stesso per allargarsi secondo la forma della velocità: questa costruzione ambientale genera un’« architettura di movimento » dove la bicicletta é superiore agli oggetti reali, creando con questi al guidatore un’atmosfera di sensualità. Chi guarda il quadro deve ricevere l’impressione, non della macchina in movimento, ma delta sua « importanza spirituale » sul guidatore —

CURTONI: AREOPLANO
— L’idolo « Areoplano », la punta estrema delle realizzazioni meccaniche del genio umano, vive d’una potente vita propria, indipendente dalla volontà del pilota — L’apparecchio coll’immensa potenza dei suoi motori do-mina le furibonde correnti aeree; strazia le nubi; sale; scende nell’azzurità — I timoni disegnano nell’infinito l’apoteosi della meccanica moderna — L’elica addenta ferocemente l’aria annullando le distanze; e rugghiando, scinde i raggi luminosi, fasciando la fusoliera di un’attillato vestito — spirale multicolore — L’apparecchio intero si sviluppa nell’infinito veloce, possedendo violentemente l’atmosfera.

CALIGARIS: TURBINA
— la turbina vortice fra l’immobilità della cascata e della centrale elettrica violentemente illuminata con gli occhi-finestroni sbarrati giallamente. Il movimento voluminoso spiratico, che va dal rosso cupo al rosa, arrivato all’altezza della centrale le si sprofonda sotto in una curva snella di abbraccio e di ripulsa, per andare poi a buttarsi nella cascata da cui a avuto origine — in un angolo, fra scoppianti striscioni rossi e gialli forza-luce una ruota dentata verde freme nella sua costretta immobilità — gialli a toni caldi sventagliano attorno alla cascata fredda a gradazioni di azzurri. Colori sgargianti. Leggermente opachi nella spirale per l’intensità del movimento travolgente —

l’IDOLO MECCANICO é il tentativo d’interpretare la « sensibilità meccanica » in sé stessa: gli sviluppi che potranno derivare ànno per noi una ragione decisiva — decoreremo gli ambienti cittadini con questi principe superemotivi: raggiungendo una grande facilità e perfezione espressiva l’IDOLO MECCANICO spalancherà ed a crescerà le sensazioni procurare dalle macchine: al valore materiale, sensibile e sensuale esistente si aggiungerà l’interpretazione spirituale — primo complesso organico e originale della vita di domani

Fillia, Curtoni, Caligaris – La Fiamma, Torino, 2 maggio 1926