Altomare Libero
Libero Altomare (nome d’arte voluto da Marinetti per Remo Mannoni, 1883-1966) iniziò la sua carriera letteraria nell’alveo dannunziano: con una piccola raccolta di versi stampata in proprio nel 1908, Rime dell’Urbe e del Suburbio, e una rivista letteraria (‘Primo Vere’) che non ebbe successo. La sua seconda raccolta, Procellarie, stampata nel 1909 e inviata a Marinetti, gli aprì invece le porte di ‘Poesia’ (la splendida rivista di Marinetti) e gli frutt` l’invito a entrare nel movimento futurista.
Alcune sue creazioni furono lette in occasione delle serate futuriste, sin da quella al Politeama Rossetti di Trieste (12 gennaio 1910) e del Teatro Lirico di Milano (15 febbraio 1910). Fu Altomare a presentare Umberto Boccioni, che aveva conosciuto a Roma, a Marinetti e agli altri futuristi. Tra il 1910 e l’entrata in guerra dell’Italia Altomare partecipò attivamente alla vita del movimento, fondando il gruppo romano. Nel 1920 portò a Fiume gli aiuti raccolti a Roma.
Fortemente critico nei confronti del regime fascista si allontanò dal Futurismo quando la convergenza con il regime gli parve accentuarsi. Fu tuttavia tra i primi a ritornare su quel periodo, con toni sereni, nel dopoguerra proprio con questo volumetto nel quale colpisce la testimonianza sull’arruolamento del giovane poeta: l’entusiasmo che Marinetti sapeva infondere accordando fiducia, elargendo principeschi inviti, offrendo prospettive e costruendo progetti; e l’opera contiene alcuni esempi delle lettere che Marinetti inviava ai giovani che reclutava per la prima pattuglia di futuristi.