Gaudenzi Alf – Alfredo
Alf Gaudenzi nasce a Genova nel 1908 in una famiglia di musicisti. Comincia a dedicarsi alla pittura nel 1925. L’anno seguente, in una mostra organizzata dalla Promotrice genovese espone un piccolo olio dal titolo Mercato orientale che rivela la sua adesione al futurismo avvenuta grazie alla lettura degli scritti di. Boccioni. Contemporaneamente si dedica anche al giornalismo esordendo nella Gazzetta azzurra di Genova e nel settimanale umoristico Pasquino di Torino, città che raggiunge nel 1927. Qui frequenta, tra gli altri, i futuristi Fillia, Farfa, L. Spazzapan e conosce lo stesso F. T. Marinetti che gli suggerisce di adottare il nome d’arte “Alf”. L’anno seguente espone alla LXXXVI Promotrice e, nell’ambito dell’Esposizione Internazionale di Torino, progetta l’arredo e le decorazioni di al cune sale del padiglione “ Futurismo”. Sempre nel 1928 prende parte alla XVI Biennale di Venezia.
Gaudenzi si dedicò anche al giornalismo esordendo nella Gazzetta azzurra di Genova e nel settimanale umoristico Pasquino di Torino, città che raggiunse nel 1927. Qui frequentò, tra gli altri, i futuristi Fillia, Farfa , L. Spazzapan e Marinetti .
Nel 1929 conobbe Tullio d’Albisola e iniziò a collaborare con la fabbrica di ceramiche che questi aveva impiantato ad Albisola Marina. Il primo risultato del nuovo impegno fu una serie di dieci piatti datati 1930. Trasferitosi a Roma nell’autunno del 1929, diede vita con M. Gallian e A. Ghelardini alla rivista 2000 .Tornato a Genova, nel novembre del 1930 fondò insieme con i pittori D. Gambetti, L. Lombardo, G. Picollo, L. Pierro, L. Verzetti, lo scultore E. Alfieri, la scrittrice E. Roggero Monti e Tullio d’Albisola il “Gruppo artisti genovesi sintesi”. Da quel momento si dedicò quasi esclusivamente alla ceramica inventando figure grottesche di preti, guerrieri, briganti, carabinieri, pagliacci, che tradusse in semplici forme (coni, cilindri, sfere) concepite autonomamente o usate come ornamento della piccola plastica d’arredo (piatti, vasi, contenitori) la cui commercializzazione costituì per l’artista una fonte importante di reddito.
Con la moglie Pierina Prigione, sposata nel 1953 e da cui ebbe una figlia, aprì a Genova negli anni Sessanta la galleria Il Vicolo. Ammalatosi, non espose per lungo tempo. Nel 1975, presso la sua galleria, allestì una personale intitolata “I babacci di Alfgaudenzi”.
Gaudenzi morì a Genova il 22 aprile 1980.