La fotografia futurista
La fotografia futurista – Tato, 16 Aprile 1930
La fotografia di un paesaggio, quella di una persona o di un gruppo di persone, ottenute con un’armonia, una minuzia di particolari ed una tipicità tali da far dire: “Sembra un quadro”, è cosa per noi assolutamente superata.
Dopo il fotodinamismo o fotografia del movimento creato da Anton Giulio Bragaglia in collaborazione con suo fratello Arturo, presentata da me nel 1912 alla Sala Pichetti di Roma e imitata poi da tutti i fotografi avanguardisti del mondo, occorre realizzare queste nuove possibilità fotografiche:
1° Il dramma di oggetti immobili e mobili; e la mescolanza drammatica di oggetti mobili e immobili;
2°il dramma delle ombre degli oggetti contrastanti e isolate dagli oggetti stessi;
3° il dramma di oggetti umanizzati, pietrificati, cristallizzati o vegetalizzati mediante camuffamenti e luci speciali;
4° la spettralizzazione di alcune parti del corpo umano o animale isolate o ricongiunte alogicamente;
5° la fusione di prospettive aeree, marine, terrestri;
6° la fusione di visioni dal basso in alto con visioni dall’alto in basso;
7° le inclinazioni immobili e mobili degli oggetti o dei corpi umani ed animali;
8° la mobile o immobile sospensione degli oggetti ed il loro stare in equilibrio;
9° le drammatiche sproporzioni degli oggetti mobili ed immobili;
10° le amorose o violente compenetrazioni di oggetti mobili o immobili;
11° la sovrapposizione trasparente o semitrasparente di persone e oggetti concreti e dei loro fantasmi semiastratti con simultaneità di ricordo sogno;
12° l’ingigantimento straripante di una cosa minuscola quasi invisibile in un paesaggio;
13° l’interpretazione tragica o satirica dell’attività mediante un simbolismo di oggetti camuffati;
14° la composizione di paesaggi assolutamente extraterrestri, astrali o medianici mediante spessori, elasticità, profondità torbide, limpide trasparenze, valori algebrici o geometrici senza nulla di umano nè di vegetale nè di geologico;
15° la composizione organica dei diversi stati d’animo di una persona mediante l’espressione intensificata delle più tipiche parti del suo corpo;
16° l’arte fotografica degli oggetti camuffati, intesa a sviluppare l’arte dei camuffamenti di guerra che ha lo scopo di illudere gli osservatori aerei.
Tutte queste ricerche hanno lo scopo di far sempre più sconfinare la scienza fotografica nell’arte pura e favorirne automaticamente lo sviluppo nel campo della fisica, della chimica e della guerra.
F.T.Marinetti, Tato – 16 Aprile 1930