L’onomalingua, Verbalizzazione astratta
L’onomalingua, Verbalizzazione astratta, 1916
E’ derivata dall’onomatopea, dal rumorismo, dalla brutalità delle parole in libertà, futuriste. E’ il linguaggio delle forze naturali:
vento-pioggia-mare-fiume-ruscello-ecc. degli esseri artificiali rumoreggianti creati dagli uomini:
biciclette, tram, treni, automobili e tutte le macchine,
è l’assieme delle emozioni e delle sensazioni espresso con il linguaggio più rudimentale e più efficace. Depero creò e declamò queste sue originali composizioni davanti a folle entusiaste ed ostili. Nei monologhi dei clowns e dei comici di varietà vi sono tipici accenni all’onomalingua che avranno futuri sviluppi, costituendo la lingua più indovinata per la scena e specialmente per le esagerazioni esilaranti. Con l’onomalingua si può parlare ed intendersi efficacemente con gli elementi dell’universo, con gli animali e con le macchine. L’onomalingua è un linguaggio poetico di comprensione universale per il quale non sono necessari traduttori.
Fortunato Depero, L’onomalingua, Verbalizzazione astratta, 1916