Cominazzini Angelucci Leandra
Foligno, 5 settembre 1890 – 24 gennaio 1981. Nata in una famiglia agiata, studia a Perugia e comincia ad apprendere qualcosa di pittura fra il 1908 e il 1910. Si dedica continuativamente all’arte fuori da Foligno molto più tardi, in età matura, quando i figli non dipendono più da lei.
Attratta dall’avanguardia subito dopo la prima guerra mondiale, comincia a dipingere “cose strane” e aderisce al futurismo nel 1928, collaborando in particolare con il gruppo umbro e con Gerardo Dottori. La sua prima personale risale al 1930 (Galleria Fiamma di Roma). Nella I Mostra internazionale d’arte sacra a Roma espone gli arazzi Hispellum, di sua invenzione, lavorati a mano su telai speciali, per cui viene premiata a Orvieto.
I suoi interessi si spostano anche ad altri settori dell’arte applicata, come la ceramica dipinta (mattonelle, brocche), il vetro dipinto, lo smalto, qualche mobile e tecniche diverse di pittura, dalla tempera all’olio, dall’encausto ai pannelli murali. Del 1931 è un’altra sua personale a Roma. Partecipa a quasi tutte le Sindacali umbre e dalla metà degli anni Trenta è con i futuristi. Nel 1933 esegue una grande aeropittura (poi dispersa), esposta al Premio Golfo della Spezia.
Nel 1935 partecipa alla mostra della Confederazione fascista donne artiste e laureate di Napoli; nel 1936, nel 1938, nel 1940 e 1942 è alla Biennale di Venezia; nel 1939 e nel 1943 alla Quadriennale di Roma; nel 1940 al Premio Cremona per la “battaglia del grano” e alla Mostra d’oltremare di Napoli.
Nel frattempo diventa amica della famiglia Marinetti, e soprattutto di Benedetta. Nel 1939 firma un suo manifesto sull’Aeropoesia futurista umbra, pubblicato solo nel 1983.
Dopo la seconda guerra mondiale prosegue intensamente l’attività di pittrice e arazzista e collabora alle iniziative tese a rinverdire la memoria del futurismo.